Io dipendo da te


Le forme del NON amore

Gent.ma Dott.ssa,

non mi riconosco più! Io che ero forte, e austera ora mi ritrovo ad inginocchiarmi di fronte ad un uomo che si mostra cattivo nei miei confronti.. insultandomi ogni volta che lo chiamo …. Sembra che la mia autostima sia sotto i piedi … come è possibile? Prima ero io che non lo calcolavo, anche se lui faceva tanto per me ora invece sbavo ad ogni suo cenno ed elemosino la sua attenzione.. anche se con me si mostra a volte aggressivo … e poi mi pongo una domanda ma qual è la parte vera di quest’uomo, quella assoggettata a me oppure quella di adesso aggressiva e lontana da me?? Sono confusa mi aiuti!! “

Carissima,

leggo nel suo racconto tanta sofferenza … rispondo subito alla sua domanda dicendole che secondo me il punto non è tanto se lui era più vero prima (nel suo modo di porsi remissivo) oppure ora,  (nel suo modo aggressivo). Forse lui è autentico in entrambe le versioni!

Il punto è: se a lei sta bene cioè si sente serena, rassicurata e protetta nello stare con un uomo che manifesta questi due lati di sé così lontani!

La coppia è un luogo d’amore, di tenerezza e rispetto, dove ognuno porta se stesso in maniera autentica e unica. Dove ci possono essere battaglie ma non guerre … dove non vi è un vincitore e un vinto ma dove si vince o si perde entrambi! La coppia è in parte anche dipendenza .. una dipendenza affettiva sana … e il confine fra una dipendenza sana e una dipendenza affettiva patologica può essere nebuloso e confuso!!

Cos’è una dipendenza affettiva patologica? “Se tu non ci sei io non vivo!Credo che questa sia la massima espressione della dipendenza affettiva patologica …  Che cosa c’è dietro una dipendenza affettiva patologica: sicuramente una bassa o scarsa autostima, per cui la persona – uomo o donna – ha bisogno di sentirsi considerato dall’altro .. e più bassa sarà la considerazione che la persona ha di sé e maggiore sarà il bisogno di conferme e approvazione!

Dietro una dipendenza affettiva patologica c’è la paura dell’abbandono e la  rabbia di frustrazione, due emozioni tanto potenti che non sono verbalizzate ma agite inconsapevolmente.

Carissima, quando lei parla di essere un tappetino nei confronti del suo compagno, ipotizzo (ed è logico che occorre la sua conferma!), che dietro possa percepire un senso enorme di paura legata all’abbandono .. “che ne sarà di me se tu non sei più con me…e qui possono intercorrere le scene più dolorose come una solitudine estrema e straziante, un vuoto esistenziale ecc… quindi per non sentire questa sofferenza (che ha radici antiche), la persona si getta in una storia d’amore .. purtroppo anche non appagante!

Per quanto riguarda la rabbia di frustrazione può essere agita attraverso un atteggiamento da vittima, attraverso una persecuzione dell’altro (vedi chiamare la persona 100 volte al giorno!), il punto anche qui è che questa rabbia non è espressa in maniera chiara, ma agita.. tutto questo con conseguenze nefaste .. l’altro si arrabbia denigrando ancora di più, e chi è oggetto della rabbia, si sente ancora di più un schifezza – calo ulteriore di autostima e paura dell’abbandono … rabbia di frustrazione .. INSOMMA UN CANE CHE SI MORDE LA CODA…

Mi chiede che fare .. il caloroso invito è quello di iniziare un percorso di psicoterapia per prendere consapevolezza del circolo vizioso che lo ha ingenerato e per poter arrivare a scegliere per sé un amore autentico e sincero!

A disposizione!

Con affetto!

Sabina

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