Quali sono le differenze tra un attacco di panico e un ansia più diffusa? Su 10 persone che arrivano nel mio studio, tutti e 10 pensano di avere attacchi di panico, nella realtà diagnostica solo 4 persone li hanno realmente.
Questo dato che informazione dà? Il termine attacco di panico è entrato nel gergo comune ed è molto usato.
Come anticipavo, nel 60% dei casi, chi pensa di avere un attacco di panico in realtà a livello diagnostico non lo potrebbe dire! In maniera molto sintetica, c’è attacco di panico quando una persona pensa di morire per un infarto e corre al pronto soccorso, terrorizzato.
Molte di queste persone hanno ATTACCHI PAUCISINTOMATICI, cioè momenti di ansia che hanno un inizio ed una fine (quindi acuti) e possono essere ripetuti nel corso della giornata. Di salito la persona non sa riconoscere se ci sia un evento scatenante.
L’attacco di panico comporta l’insorgenza improvvisa di alcuni dei sintomi sotto elencati (descrizione ripresa da Wikipedia)
- tremori alle braccia e/o alle gambe;
- oppressione o fastidio al petto;
- sensazione di asfissia o iperventilazione;
- sensazioni di sbandamento, instabilità e svenimento;
- palpitazioni o tachicardia sempre più forte;
- paura di morire;
- sensazioni di torpore o di formicolio;
- paura di impazzire o di perdere il controllo;
- nausea o disturbi addominali;
- sensazioni di irrealtà, di stranezza, di distacco dall’ambiente e da sé stessi (derealizzazione e depersonalizzazione);
- vampate o brividi;
- forte aumento della pressione sanguigna (ipertensione) o, al contrario, rapido crollo (ipotensione);
- paura di stare sempre peggio e di non riuscire a riprendersi;
- sensazione di formicolio agli arti e alle mani (parestesia).
- paura che qualcuno veda o osservi il vissuto di angoscia terrificante, un forte senso di fame d’aria e di cuore “impazzito” che fa credere imminente la morte, anche senza un nesso diretto con episodi drammatici. Si tratta di un’esperienza che sin dal primo esordio stravolge e condiziona la vita, vissuta con un profondo senso di insicurezza e di vergogna, con il terrore che possa ripetersi.
Se esistono più di 4 dei sopracitati sintomi, condizione che si protrae da più di 6 mesi, allora si parla di disturbo di attacchi di panico, altrimenti si parla di attacchi paucisintomatici.
Si parla di ANSIA, quando la persona riconosce che c’è un evento o una situazione ansiogena, esempio un esame da dover sostenere oppure una visita medica a cui dover andare. Inoltre l’ansia non ha una manifestazione acuta, ma corrisponde ad uno stato di agitazione più diffuso.
Comunque a prescindere, il bisogno di una persona con una difficoltà ansiogena è quello di SENTIRSI RASSICURATO. Sapere che ha le capacità di gestire la sua vita quindi fidarsi di sè e di conseguenza degli altri.
La psicoterapia può aiutarti a riprendere sicurezza in te stesso e scoprire che non sei impazzito, ma semplicemente che hai tirato troppo la corda.
Se vuoi, posso accompagnarti in questo percorso di crescita, qui potrai avere maggiori informazioni su di me!
Un abbraccio
Sabina