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Quante volte ho sentito questa frase: “Dottoressa, ma perchè piango quando mi arrabbio?”.

Di solito la scena è questa: una persona sente che le è stato fatto un torto o un sopruso, sente salire la rabbia dentro .. magari inizia anche un confronto con chi ritiene responsabile dell’azione. Quest’ultimo si difende, o contrattacca

e la conseguenza è che chi ha sentito di aver subito un danno, inizia a piangere e non tollerando più la situazione si allontana dalla stanza. In sostanza non riesce a tollerare il confronto!

Alla fine che cosa ne resta…

  1. chi esce dalla stanza piangendo, sente di essere incapace di difendersi.
  2. chi rimane nella stanza, dice che chi aveva di fronte è una persona sensibile.
  3. il confronto su ciò che è accaduto non c’è stato.
  4. con molta probabilità, passerà un po’ di tempo prima che i due si riparlino e quando lo faranno non torneranno sul discorso.

L’esempio che è ho portato è una situazione di INCAPACITAZIONE, cioè la persona di fronte all’emozione della rabbia perde la sua capacità di ragionare e di concentrarsi sul punto (motivo della rabbia), si confonde e piange.

Ragionando, questa persona esprime contemporaneamente due emozioni: 1) rabbia 2) tristezza con il pianto. La persona si sente triste perchè percepisce di non essere capita o di essere addirittura attaccata o giudicata quando si sente arrabbiata (non ha ottenuto le conferme). E’ come se in quel pianto dicesse a se stessa: “Vedi non sei ascoltata e poi sei anche un’incapace, non riesci neanche a farti capire!“.

Quali sono le difficoltà della persona “sensibile”?

  1. credere fino in fondo che la sua rabbia è giusta, nonostante non abbia conferme dall’esterno.
  2. gestire la rabbia in maniera funzionale (senza piangere e neanche senza fare scenate).
  3. mettersi in una posizione di inferiorità verso le parole delle altre persone.

Che cosa puoi fare se ti incapaciti?

Usa la tecnica delle “3 R”:

  1. Respira. Sembrerà banale ma il semplice atto di respirare aiuta a concentrarsi. Come? Per respirare in profondità (gonfiare le pancia) occorre concentrarsi. Questa concentrazione, sarà la benzina per prendere un attimo di tempo per avviarti alla seconda fase:
  2. Ragiona. Ritorna dentro di te e chiediti: “Perchè mi sono arrabbiato?” C’è sempre un motivo per cui senti un’emozione, riflettici!
  3. Rimani. Fermati e rimani nella relazione, non lasciarti scavalcare da tutte quelle emozioni che provi dentro e che possono essere collegate a situazioni passate che poco centrano con quello che stai vivendo.

Tu hai la responsabilità e puoi darti la possibilità di “difenderti”. Mi fa piacere se lasci un tuo commento e mi dici come è andata adottando la tecnica delle 3 R.

 

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