Le tue domande 22


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22 commenti su “Le tue domande

  • Francesco

    Dottoressa buonasera,
    mi chiamo Francesco sono un uomo di 50anni,
    e ho ormai da molti anni problemi di natura psicologica e purtroppo
    anche psichiatrica.
    Le racconto in maniera sintetica un po’ le vicissitudini della mia vita.
    Sono figlio unico nato da una madre fragile e di conseguenza instabile.
    Questo certamente ha pesato molto sulla mia personalità;
    per cui non mi sono sentito protetto, bensì ho vissuto una condizione di instabilità
    e ho ricevuto anche una educazione eccessivamente protettiva e volta
    a non favorire e sostenere la crescita e lo sviluppo sano della mia persona.
    Tutto questo ha poi prodotto una serie di esperienze fallimentari nei rapporti
    con i miei coetanei, per cui è sempre più aumentata la percezione intima
    di non valere niente e di estraneità nei confronti del mondo attorno a me.
    Per cui mi sono sentito solo, incapace di difendermi e quindi una vittima
    passiva nei rapporti con il mondo esterno.
    Le lascio immaginare la sofferenza che ho dovuto sopportare, in
    silenzio poiché non avevo né nei confronti dei mei genitori,
    ne in altre figure, persone alle quali esprimere quest
    a ripeto sofferenza. Tutto questo peso insopportabile
    ha prodotto con gli anni, come può immaginare
    delle reazioni sintomatiche, ansia attacchi di panico,
    e tendenza ad evitare le esperienze che potessero
    alzare il coperchio della mia inadeguatezza.
    Oggi dopo la morte dei miei genitori,
    ho assunto la consapevolezza concreta di voler
    darmi da fare per curare le mie ferite interiori.
    Dopo tanto cercare ho trovato uno psichiatra
    e psicoterapeuta cognitivo comportamentale
    per cercare di lavorare sui tratti della mia personalità
    che non riesco a digerire.
    Voglio infine aggiungere che sono
    purtroppo completamente solo,
    ma ho la forza e la volontà per provare a rifarmi una vita mia.
    Lei che opinione si è fatta sulla ‘risoluzione’ del mio caso?
    Voglio dopo questo percorso così doloroso ricevere qualcosa dalla vita
    che mi faccia sentire finalmente sereno/felice (una compagna).
    La ringrazio per aver avuto la pazienza di leggere il mio
    messaggio e sono curioso di conoscere la sua valutazione.

    • Psicologa Sabina Godi

      Salve Francesco,

      Grazie per aver scelto di aprirsi così tanto nel condividere la sua storia!

      Mi chiede opinioni rispetto alla “risoluzione” del suo caso, partendo dal presupposto che non ho la sfera di cristallo, credo che abbia scelto un professionista completo (che unisca la parte medica e anche psicologica).. che potrà aiutarla sicuramente a non avere più sintomi. Si affidi e se avesse dei dubbi sul percorso li esponga al suo terapeuta. Questo le permetterà di creare una relazione solida ed equilibrata.. Partendo da questo contatto terapeutico poi potrà scoprire che anche fuori dalla stanza di terapia sarà in grado di entrare in relazione con altre persone.

      In questo mondo che le si prospetta davanti, non posso fare altro che augurarle: buona scoperta!!

      Un caro saluto!

      Sabina

  • Carola

    Ciao ho 29 anni e credo si aver finalmente preso coscienza di avere un problema con la gestione della rabbia…ho una relazione da due anni..amo molto questa persona ma gli ho reso la vita impossibile a causa delle mie raioni.grido m infurio spacco oggetti e purtroppo ho l fisicamente inveito contro di lui…x futili problemi come quello di andare a prendersi un caffè con un amico. Tutto ciò che mi fa sentire in pericolo mi fa diventare immediatamente infuriata tanto che il mio ragazzo come anche i miei ex ha paura di me…rischiero di perderlo e x colpa di questi atteggiamenti resterò sola.vorrei capire se c é un rimedio.

    • Psicologa Sabina Godi

      Carissima
      comprendo il tuo stato d’animo e la tua paura.. che è possa essere confermata dai fatti e dalle tue esperienze affettive!
      Posso dirti che attraverso un percorso di psicoterapia puoi scegliere un modo più comodo per te di esporre ma rabbia.. certo e che la tua motivazione al cambiamento è fondamentale!!
      Quindi se vorrai io saró disponibile ad accompagnarti!!
      Un caro saluto!
      Sabina

    • Psicologa Sabina Godi

      Carissimo,
      da quanto scrive intuisco tanto dolore e tanta impotenza … Come se le cose esternamente non potessero mai cambiare.
      Delle sue parole, una in particolare mi colpisce … SCONFIGGERE… Mi sembra una parola forte perchè presuppone una guerra e di solito in una guerra ci sono vincitori e vinti .. E mi permetta mi sembra pericolosa questa guerra perché in ballo ci sono parti di sè (desidesideri, bisogni, emozioni) … Per estremizzare farebbe la guerra al suo cuore… O al suo intestino??
      Le propongo, quasi come una provocazione, e se la sua solitudine fosse una bella donna la sconfiggerebbe comunque oppure cercherebbe di conoscerla???
      Ora quindi la invito a riflettere su queste mie parole e a verificare se hanno senso per lei!
      Un caro saluto!
      Sabina

  • Francesco

    Buonasera dottoressa, stamane a seguito di problemi avuti con mia moglie ho scoperto di avere una forma di gelosia depressiva, mi spiego meglio: sto insieme con mia moglie da 23 anni da sempre mi sono fatto complessi per le dimensioni del mio pene (non eccessivamente piccolo ma cmq al di sotto del normale)e per disturbi di eiaculazione precoce, i rapporti sessuali non sono sempre stati frequenti (4 volte al mese). Mia moglie lo attribuisce ad una mancanza di tranquillità in famiglia dovuta ai nostri figli che ci occupano tempo durante la giornata, io ho sempre pensato che se una coppia si desidera il tempo lo trova sempre. Ebbene questa situazione mi ha sempre portato a non avere autostima di me stesso. Ultimamente poi ho notato che aveva cominciato in modo schersoso e mai spinto a chattare con un uomo a ruzzle, la cosa mi ha letteralmente abbattuto e dopo averne parlato animatamente con lei poiché lo faceva di nascosto l’ho anche perdonata! Ora vivo con l’ossesione di non essere all’altezza di farla felice in tutti i sensi e anche camminando per strada con lei me la immagino che stia meglio con uomini sconosciuti che incrociamo. La desidero tantissimo ma allo stesso tempo la vedo lontana, non mi sento affatto bene e viaggio con la mente come ho sempre fatto ancor prima che succedessero questi fatti vivendo la gelosia dei suoi ex quando era ancora piccola! Come posso risolvere questi problemi? Mi farebbe bene parlarne con lei?
    Grazie

    • Psicologa Sabina Godi

      Carissimo,
      credo che l’argomento che propone sia effettivamente articolato e delicato, infatti le tematiche che tocca riguardano l’intreccio: sessualità, coppia, autostima e tra le righe leggo una competizione che la porta a confrontarsi con altri uomini e pensando che con altri sua moglie possa stare meglio (quindi percepire di perdere la competizione).
      Alla luce di questa complessità la invito a riflettere sulla possibilità di effettuare degli incontri di psicoterapia per sganciare questi intrecci!
      A disposizione!
      Un caro saluto!
      Sabina

  • Alessandro

    Buongiorno Dottoressa,
    ho 31 anni e sono stato fidanzato per 14 anni e 2 di convivenza con la mia ex fidanzata. A Luglio 13 mi sarei dovuto sposare. A settembre 12 lei mi ha lasciato, innamorandosi di un’altra persona. Subito sono uscito dalla Ns casa e mi sono trasferito da mia madre. Il mio malessere era fortissimo, ma girno dopo giorno sono riuscito a smaltirlo. A febbraio 13 ho conosciuto la mia attuale ragazza. Lei è tutto quello cheho sempre sognato in una ragazza (dolce, aprreensiva, con dei valori e senso della famiglia). Per i primi 2 mesi è andato tutto bene, ma un giorno l’ho vista piangere e h rivisto in lei tutta la mia sofferenza passata. Sono caduto in depressione. Ho iniziato prima dallo psicologo, ma non vedendo risultati sono andato dallo psichiatra, che mi ha scritto 20 gocce di citalopram, 15 alla sera e 5 alla mattina di lexotan e 2 pastiglie la sera di pineal notte. Sono passate quasi 4 settimana da quando le prendo e qualche miglioramento riesco a vederlo.
    L’unica cosa che ogni tanto vado nuovamente in crisi e tutte le colpe le attribuisco alla mia attuale ragazza ( ho paura di non essere vera,ente innamorato, ho pausa del futuro, ho paura di innamorarmi per poi essere nuoamente ferito, ecc….)
    Tutte queste cose mi devastano e nei momenti di crisi ho pensato anche di lasciarla. Io voglio con tutto me stesso questa ragazza, perchè penso che sa la donna giusta della mia vita, ma in questo momento non riesco a vivere sereno e felice.
    Vorrei sapere cosa posso fare per riuscire a vivere bene e senza ansie questa relazione.
    Cordiali saluti

    • Psicologa Sabina Godi

      Carissimo Alessandro,

      ho letto con attenzione le sue parole e avrei tante domande da farle rispetto al suo racconto… ma so benissimo che in poche righe non si può racchiudere una vita e i suoi vissuti!

      Dall’altro lato rispetto alla sua domanda: la prima parola che il mio intuito ha detto è stata FIDARSI!

      A questo punto le chiedo se il tema della fiducia dell’altro e di conseguenza la fiducia verso di sé, abbia un senso nella sua vita.. se si quale?

      Le faccio questa domanda perché penso che un buon percorso di psicoterapia inizi dal farsi delle buone domande!

      Spero quindi che queste mie parole possano essere dei buoni input di riflessione per sé!

      Un caro saluto!
      Sabina

  • STEF

    Buona sera Dottoressa le scrivo se la difficolta di relazionarsi puo essere dovuto al fatto che una persona avendo avuto alcune storie non finite bene si rifiuta di averle per non essere deluso

    • Psicologa Sabina Godi

      Carissimo Stef,

      intendo la sua affermarzione come una domanda e quindi le rispondo: credo che le esperienze personali possano influenzare la nostra capacità di metterci in gioco, specialmente in ambito affettivo… uso il “possano” perchè penso allo stesso modo che il mettersi in gioco dipenda anche da una scelta personale

      Un caro saluto!

      Sabina

  • Eliana

    Dottoressa salve! ho 24 anni e soffro di ansia da circa 6 anni che si presenta con forti somatizzazioni quali nausea,vomito, tremori, tachicardia….è molto forte ….in quei periodi mi sento molto vulnerabile ed ho paura di tutto, la mia mente è pervasa da negatività che non riesco a controllare.Ho avuto un’infanzia dove mi sono sentita molto sola, perchè i miei genitori stavano sempre, ogni giorno a litigare,e in più mio padre spesso si ubriacava, anche se non era violento, almeno questo. Da piccola mi sono sempre sentita un po diversa dagli altri, sempre taciturna, mai allegra, mi sentivo sempre un pesce fuor d’acqua…Secondo me il passato c’entra molto con questa ansia, ma mi chiedo come posso fare praticamente per rimarginare queste ferite.Spero in qualche consiglio.Grazie

    • Psicologa Sabina Godi

      Carissima Eliana,
      credo che la sua ipotesi per la quale le sue difficoltà attuali abbiamo una eco proveniente dal suo passato sia possibile.. in fondo se ci pensa il passato corrisponde alla nostra storia e da dove arriviamo. Il limite è che a volte dal passato ci lasciamo condizionare e diventa difficile vivere il presente, e il futuro può sembrare già segnato.
      A questo punto lei mi chiede dei consigli pratici per poter rimanginare delle ferite provenienti dal passato, credo sia importante chiedersi di cosa ha bisogno ora per prendersi cura di sè . allo stesso tempo credo che possa essere utile prendere contatto con l’emozione che prova nel momento in cui ha l’ansia che si presenta con somatizzazioni…. ipotizzo che possa provare rabbia, paura … se la mia ipotesi fosse confermata, penso che possa essere utile chiedersi “come può esprimere queste emozioni in maniera rispettosa per me e gli altri?”
      Infine mi piace il termine che utilizza “rimarginare le ferite” e credo che un percorso di psicoterapia possa essere uno strumento utile a sostenerla in questo processo di cicatrizzazione!
      Mi auguro di aver esaurientemente risposto alla sua domanda.. se così non fosse sono a disposizione!
      Un caro saluto!
      Sabina

  • Rosanna

    Gent.ma Dott.ssa, volevo chiedere se effettivamente si può superare una depressione che dura da un po’ di anni e con la quale si convive con alti e bassi e se c’è bisogno di antidepressivi o come dicono molti servono a poco. Grazie

      • Rosanna

        Ho letto con attenzione le sue parole e dentro me s’è mosso un fiume di ricordi e sensazioni e per questo la ringrazio.

        Io amo profondamente i miei genitori eppure devo riconoscere che, seppur in maniera diversa, sono stata premiata per lungo tempo per il mio senso di responsabiltà, per il mio essere ubbidiente e, probabilmente, ho vissuto come un tradimento la mancanza di sostegno della mia famiglia in alcuni momenti difficili della mia vita…
        Fin qui tutto nella norma. Sono concetti che, in qualche modo, riesco a rielaborare.
        La domanda alla quale non posso rispondere, ma che sento di dovermi fare è: Quanto di quello che la mia famiglia mi ha insegnato dell’educazione io, anche se inconsapevolmente, stò riproponendo a mia figlia?
        A questa domanda non so rispondere, eppure dovrò darmi una risposta e se non la troverò… sarà lei a trovarmi alla sua porta.
        Grazie ancora di tutto

        • Psicologa Sabina Godi

          Carissima Rosanna,

          mi piace la sua modalità di pensare su di sè: sincera e intima… questa è sicuramente una risorsa!

          Le auguro una buona riflessione e se vorrà sarò a disposizione!!

          Un caro saluto!

          Sabina

  • Anselmo

    Gentile dottoressa, mi piacerebbe avere un suo parere sulla gelosia. La mia ragazza dice che io stò esagerando mentre a me sembra così naturale voler proteggere qualcuno che si ama. Lei cosa ne pensa? Forse la domanda è banale ma io darei la vita per il mio amore ma non riesco a non essere geloso di lei….

    • Psicologa Sabina Godi

      Carissimo,
      mi colpisce un’espressione che lei ha utilizzato “voler proteggere una persona che si ama”. Da quello che dice sembra che gelosia sia un sinonimo di protezione… Da che cosa??? Ed è proprio sicuro che la protezione sia da lei verso la sua ragazza ? O dalla sua ragazza verso di lei, cioè dal fatto di non essere lasciato???
      E quanto questo concetto di protezione influenza (più o meno esplicitamente il vostro rapporto?

      Percepisco una confusione fra gelosia e protezione che sembra trasformarsi in una esagerazione (tanto che la sua ragazza afferma che questa sua manifestazione sia esagerata).

      Ora in termini generali la gelosia è un sentimento complesso che è strettamente correlato con l’affetto e l’amore (si può essere gelosi verso un fratello, verso un amico o verso il proprio partner). Come dico spesso, il problema non è provare un’emozione o un sentimento ma l’intensità e la sua espressione che può essere congrua rispetto allo stimolo; ecco quindi che posso sentire gelosia verso la mia partner ma se faccio scenate inappropriate rispetto alla situazione allora è possibile parlare di GELOSIA MORBOSA ( di cui le invito di continuare a leggere nel seguente link:

      https://www.psicologasabinagodi.it/difficolta-relazionali-sostegno-genitorialita/gelosia.html

      Dove potrà leggere della differenza fra gelosia normale e patologica).

      Nel concludere la ringrazio e se vorrà saró disponibile ad accogliere altre domande o riflessioni in merito!!
      Un caro saluto!
      Sabina

      • Anselmo

        Gentile dottoressa,
        innanzi tutto grazie per i suoi spunti e per la sua professionalità nella risposta.

        Ho letto con molta attenzione e sono consapevole che, pur essendo pronto a recepire ogni consiglio che mi aiuti a migliorare il rapporto con la mia ragazza dovrò, prima o poi, mettermi in gioco.

        Quando mi sentiró pronto la contatterò.

        Grazie ancora.

        A. C.

        • Psicologa Sabina Godi

          Carissimo Anselmo, grazie a lei!

          E soprattutto grazie per la pazienza che ha dimostrato nell’attendere la mia risposta!!

          anche io devo prendere confidenza con lo strumento blog, potrei dire che è una relazione in ci stiamo studiando!! 🙂

          Un caro saluto!

          Sabina